g'oz |
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| Penso che quello che vediamo, quella che chiamiamo realtà è una questione estremamente personale e che l'oggettivo praticamente non esiste. Anzi... dire che ognuno vede la realtà che vuole vedere.
Chi per semplicità, chi per comodità, tantissimi per masochismo e tanti altri perchè hanno visto solo quello e non riescono a vedere altro. Un pò come cercare di spiegare un colore che hai visto solo tu (Penso spesso a questa cosa delle emozioni, delle persone, dei posti come a dei colori ma è un altro discorso).
Dicevo di quello che vogliamo vedere e ho sempre pensato esserci una barriera oltre la quale non si può andare. Il palese, l'evidente, l'ovvio, scontato e naturale. Ma non sempre è cosi.
La realtà di ognuno ha dei propri confini, confini che vengono manipolati continuamente... modellati per renderli più consoni a ciò che si vuole vedere. Tramite l'intersezione si genera l'esperienza comune.
Ma è proprio qui che stà l'inghippo. Ovvero l'incomprensione, un intersezione che non c'è.
Stallo.
Ma no... esiste la soluzione. Il compromesso, una sorta di media matematica che livella gli estremi facendoli combaciare e da qui il quieto vivere.
Ma nasce da un atto di volontà, dal volerlo fortissimamente.
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