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Federico Aldrovandi, Spaccarotella, Stefano Cucchi e vari errori della polizia

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view post Posted on 20/7/2009, 13:24     +1   -1
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però igor non sono poliziotti... sarebbe lecito che un poliziotto sappia sparare e sopratutto mantenere i nervi saldi. Quindi... certo se vosse stata una situazione tipo il caso raciti allo stadio di catania, allora li posso capire che si escano le pistole.. o anche nel caso carlo giuliani, volendo, alla fine quello ci stava andando addosso con un estintore.

Se è vero quello che dicono i testimoni non c'era bisogno di sparare, sopratutto ad altezza d'uomo
 
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IGORRAVASI
view post Posted on 20/7/2009, 18:52     +1   -1




ma secondo me sono i poliziotti e i carabinieri che non dovrebbero esserci. per me andrebbe bene solo soldati
 
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view post Posted on 20/7/2009, 20:37     +1   -1
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non lo so.. però i soldati non sono addestrati per tenere a bada i (in)CIVILI
 
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IGORRAVASI
view post Posted on 20/7/2009, 20:43     +1   -1




sanno sparare e picchiare bene loro. non farebbero errori di colpi sparati alla cazzo, e se cè una brutta situazione non credo gli saltino i nervi come i poliziotti, ma sanno pestare per bene...


credo
 
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view post Posted on 20/7/2009, 21:33     +1   -1
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questo è sicuro... però a fare posti di blocco non c'è li vedo
 
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view post Posted on 30/10/2009, 21:12     +1   -1
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sarebbe stato bello chiudere questo topic.. ma qui non si finisce mai di scavare. Penso che tutti abbiate sentito la storia. Che tristezza... e mi chiedo perchè? Quale sentimento possa spingere a diventare così selvaggi, quale odio represso. Quale senso di frustrazione... non so che dire... vi consiglio di leggere

CITAZIONE
L'unica certezza è il corpo martoriato di un giovane di 31 anni. Si chiamava Stefano Cucchi e la sua morte misteriosa è diventata di dominio pubblico dopo che la famiglia ha deciso di divulgare le foto del cadavere. "Vogliamo capire che cosa è successo" chiede una madre che dopo avere visto il figlio uscire di casa in buone condizioni di salute, si è vista riconsegnare un corpo irriconoscibile.

Oggi la procura di Roma ha deciso di procedere per il reato di "omicidio preterintenzionale" (che prevede la reclusione da dieci a diciotto anni), al momento a carico di ignoti. Il pm Vincenzo Barba vuole vederci chiaro e sta indagando per capire se il ragazzo 31enne sia stato effettivamente vittima di un pestaggio. Nell'attesa delle conclusioni della consulenza del medico legale, il magistrato proseguirà le audizioni. Altro tassello di un'inchiesta avviata di iniziativa dalla Procura, nonostante l'assenza di una denuncia e un primo certificato di morte che attestava come questa fosse avvenuta per "presunta morte naturale".

La telefonata di Alfano. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha telefonato al procuratore della Repubblica di Roma Giovanni Ferrara per dare "pieno sostegno alle indagini e celerità nell'accertamento della verità e dei colpevoli" e per esprimere "vicinanza alla famiglia Cucchi". Alfano ha voluto ribadire "fiducia nell'operato della Polizia Penitenziaria che, ogni giorno, svolge i suoi delicati compiti con abnegazione e in contesti difficili. Auspico - ha concluso il ministro - che l'autorità giudiziaria accerti, in tempi brevi, la verità dei fatti".

Ma la decisione del pm Barba non è piaciuta al legale della famiglia Cucchi: "Si procede a carico di ignoti ma credo che coloro che l'hanno avuto in custodia o in cura non sono ignoti. Mi aspetto indagati, mi aspetto che queste persone vengano a dare una spiegazione".

La famiglia. Nel frattempo i familiari non si danno pace. Vogliono capire come mai sia morto in carcere dopo l'arresto dei carabinieri che lo hanno sorpreso con una ventina di grammi di droga. Vogliono una spiegazione a quelle fratture alla spina dorsale, al coccige, alla mandibola, a quei lividi sul volto e su tutto il corpo. Per questo hanno deciso di divulgare le foto, mostrando il corpo dopo l'autopsia.

Una scelta difficile, fatta per un unico motivo: di fronte a quelle immagini la giustizia non potrà girare la testa, dovrà dire la verità. "Fino all'ultima goccia di sangue, fino all'ultima goccia di vita io e mia moglie ci batteremo perché si faccia chiarezza su mio figlio" giura Giovanni Cucchi, padre di Stefano, in un'intervista sul blog di Beppe Grillo. E la madre di Federico Aldrovandi chiede "chiarezza al più presto".

La Russa. D'altronde, dopo la diffusione delle foto, la vicenda è esplosa in tutta la sua gravità. "Non ho strumenti per dire come sono andate le cose, ma sono certo del comportamento assolutamente corretto da parte dei carabinieri in questa occasione" ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Parole che indispettiscono il segretario del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, Donato Capece: "Il ministro ha perso una buona occasione per tacere. Ha detto che non ha elementi per dire come andarono i fatti però sostiene che l'intervento dei carabinieri è stato corretto. Su quale basi lo dice? Chi sarebbe stato scorretto, allora?".

Reazione politiche. Ma la voce di chi chiede verità e nessuna copertura, si fa sempre più forte. "Verità e legalità per tutti, ma proprio tutti: in fondo è semplice" si leggeva in un corsivo del periodico online della Fondazione Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini. "Uno stato democratico non può nascondersi dietro la reticenza degli apparati burocratici - continuava il corsivo - Perché verità e legalità devono essere 'uguali per tutti', come la legge. Non è possibile che, in uno Stato di diritto, ci sia qualcuno per cui questa regola non valga: fosse anche un poliziotto, un carabiniere, un militare, un agente carcerario o chiunque voi vogliate. Non può esistere una 'terra di mezzo' in cui si consente quello che non è consentito, in cui si difende l'indifendibile, in cui la responsabilità individuale va a farsi friggere in nome di un 'codice' non scritto che sa tanto, troppo, di omertà tribale".

Il Pdci e Rifondazione hanno chiesto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di intervenire "perché un Paese civile non può permettersi l'ennesimo caso di 'sospensione' della democrazia". E oggi c'è stato un sit in della federazione giovanile del Partito dei comunisti italiani, dei giovani comunisti di Rifondazione comunista e dell'Unione degli studenti. Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani serve "una parola chiara", perché "è sconvolgente quanto emerge". E anche per il portavoce del Pdl l'accertamento dei fatti "è interesse di tutti".

"Giustizia per un apersona che è morta". Questa è la richiesta di Antonio di Pietro, leader dell'Italia dei Valori. ''Se qualcuno ha usato la mano dura deve uscire fuori, non ci possono essere coperture altrimenti ne verrebbe a soffrire e a essere non credibile tutta l'istituzione''. ''I segni della violenza sono ben visibili", ha aggiunto Di Pietro, "non ci si può arrampicare sugli specchi per cercare di nasconderli".

I penalisti. Durissima, infine, la posizione degli avvocati della Camera Penale di Roma: "Non può essere consentito, non può semplicemente accadere, che Stefano abbia potuto subire una fine così orrenda, mentre era sotto la tutela prima della polizia giudiziaria che lo ha tratto in arresto, poi del pm, del giudice, poi ancora della direzione di Regina Coeli e del suo personale penitenziario e dei medici ed, infine, dell'ospedale. Siamo indignati".

 
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view post Posted on 2/11/2009, 23:06     +1   -1




Omicidio preterintenzionale contro ignoti.. che vergogna se non puniscono il responsabile..

Dal sole 24 ore

CITAZIONE
Il pubblico ministero Vincenzo Barba ipotizza il reato di omicidio preterintenzionale contro ignoti. La famiglia ha nominato come legale, l'avvocato Fabio Anselmo, che già in passato si è occupato di casi analoghi (da Riccardo Rasman a Federico Aldrovandi). Luigi Manconi, docente universitario ed ex Garante dei diritti dei carcerati a Roma, si occupa del caso in quanto presidente dell'associazione "A buon diritto", che per primo ha denunciato la vicenda Cucchi.

«Il problema – spiega l'avvocato Fabio Anselmo al Sole 24 Ore - è che per ora prendiamo atto di uno spettacolo disarmante. Attualmente non siamo in condizioni di poter esercitare i nostri diritti di difesa, prendendo atto e conoscenza delle cartelle cliniche e del materiale fotografico scattato durante l'autopsia. Ci vengono negati documenti per l'esercizio della difesa, che vengono esibiti ai telegiornali, in netta violazione dell'articolo 326 del Codice penale. Siamo disorientati».

Sempre dai giornali, l'avvocato ha appreso che il pm avrebbe avuto la segnalazione dall'ospedale
Pertini che Stefano Cucchi rifiutava l'alimentazione. «Situazione che ci rende ancora più perplessi, perché se è vero vuol dire che un ragazzo in difficoltà, con molti traumi, due vertebre fratturate, non è stato aiutato adducendo la giustificazione che non voleva. In questo caso ci sarebbe una responsabilità per omicidio preterintenzionale».

La famiglia, racconta il legale «ha appreso della morte di Stefano dalla notifica di un avviso di conferimento di incarico per autopsia, quando già l'incarico era stato conferito. E si tratta di un momento nel quale si possono fare osservazioni sul quesito e nominare propri consulenti».

Per Luigi Manconi la morte di Stefano Cucchi presenta «molti lati oscuri e preoccupanti». Al giudice il compito di fare luce.

 
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view post Posted on 3/11/2009, 23:00     +1   -1
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ma ora si stanno passando la colpa gli ostepadi.. proprio una patata bollente.
 
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view post Posted on 14/2/2010, 17:16     +1   -1




 
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view post Posted on 16/2/2010, 00:03     +1   -1
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mi ero dimenticato...

stessa storia, stessa tristezza... un pò datata ma siamo sempre li

CITAZIONE
(Il Manifesto, 23 ottobre 2007)

di Emanuele Giordana e Tiziana Guerrisi

Una domenica come un’altra un uomo di 44 anni viene trovato morto nel carcere di Perugia. C’è stato trasferito due notti prima, venerdì 12 ottobre, dopo che la polizia lo ha arrestato con la sua compagna. Gli avrebbero trovato in casa, la famiglia di Aldo Bianzino abita nella campagna di Città di Castello, una piccola piantagione con diversi fusti di marijuana.

I due vengono trasferiti a Perugia e da lì al carcere. Sabato il legale d’ufficio incontra Aldo alle 14 e riferisce a Roberta, la compagna, che Bianzino sta bene e si preoccupa per lei. Ma la mattina seguente Daniela, un’amica di famiglia, viene avvisata di correre la carcere in tutta fretta. "C’è un problema", le dicono. Il problema è che Aldo non respira più e Roberta, in evidente stato di choc, non ha nemmeno potuto vedere il suo corpo.

Le indagini autoptiche (ancora in corso) cominciano a confermare, qualche giorno dopo, quel che tutti già pensano nella piccola comunità di amici di Aldo e Roberta. Le voci raccolte dalla stampa locale parlano di lesioni massive al cervello e all’addome, forse, un paio di costole rotte anche se all’esterno il corpo di Aldo non evidenzierebbe ematomi o contusioni. Ce n’è abbastanza però per far saltare la prima lettura del decesso, liquidato come un problema cardiaco.

La storia di Aldo Bianzino ha contorni dunque che è poco definire oscuri e la procura di Perugia ha deciso di aprire un’indagine sul decesso affidata nelle mani dello stesso pubblico ministero, il magistrato Giuseppe Petrazzini, titolare dell’inchiesta che aveva portato all’arresto di Aldo e di Roberta. Che sta aspettando i risultati definitivi dell’autopsia.

Tutto comincia dieci giorni fa. Aldo è nella sua casa di Capanne, una frazione di Pietralunga, poco distante da Città di Castello, quando uomini della squadra mobile della cittadina umbra perquisiscono giardino e casa e lo portano in carcere a Perugia con l’accusa di detenzione illegale di stupefacenti. Accuse pesanti: nella conferenza stampa delle forze dell’ordine si parla di 110 piantine di hashish, una metà in giardino e una parte già raccolta, insieme a 15 involucri contenenti erba. Rivelazioni che lasciano increduli quanti conoscevano Aldo da tempo e che non ritengono possibile che l’uomo coltivasse hashish per poi rivenderlo.

Bianzino avrebbe dovuto incontrare il gip che segue le indagini il lunedì successivo per la conferma dell’arresto. Ma all’appuntamento col gip non arriva. E non è chiaro se in cella fosse solo o in compagnia di un altro detenuto. "Ufficialmente era solo - dice l’avvocato incaricato dalla famiglia Massimo Zaganelli - perché la procedura richiede l’isolamento prima dell’incontro col gip".

Sulla salute dei due indagati al momento dell’arresto Zaganelli non ha dubbi: "Furono portati in carcere in perfetta salute e durante il viaggio non fu torto loro un capello". I dubbi iniziano dopo: "Per quel che sappiamo il decesso è riconducibile a un trauma ma non a un trauma accidentale" che rimanda quindi "alla responsabilità di terzi". L’avvocato resta prudente: "Non è bene in questi casi fare due più due quattro e abbiamo piena fiducia nella magistratura che, ne siamo certi, sta facendo il suo lavoro".

Lavoro intanto che aspetta i risultati definitivi delle prove autoptiche sulla materia cerebrale di Aldo: l’entità cioè del trauma al cervello. La famiglia non potrà rivedere il corpo di Aldo prima di fine settimana. Il mistero per giorni è rimasto confinato nelle cronache locali dei pochi giornali che, come la Nazione, hanno provato a ricostruire la storia di Bianzino.

E sono molti gli interrogativi al momento senza risposta considerando che, dal giorno della conferenza stampa della polizia, non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali e ancora resta ancora da chiarire se, al momento della morte, Bianzino fosse solo nella cella dove è stato trovato. Nella frazione di Pietralunga il clima è sempre più teso e il dolore degli amici si mischia allo sgomento della famiglia che resta ancora in attesa di potere vedere la salma.

Nel frattempo amici e parenti si stanno adoperando per assicurare a Aldo una cerimonia funebre che però non ha ancora una data certa. Ma la notizia è circolata rapidamente tra gli amici di Aldo, molti dei quali vicini all’esperienza spirituale maturata da Bianzino attraverso la filosofia indiana e una lunga frequentazione con una comunità allargata di amici incontrata nel suo percorso interiore.

Un aiuto gradito visto che sono molte le persone vicine a Roberta a lamentare una scarsa solidarietà in paese, forse anche per le abitudini diverse di un uomo che da tempi aveva scelto una vita appartata e basata sulla meditazione. I radicali e gli anti proibizionisti locali però si sono già mossi. E così il sindaco di Pietralunga Luca Sborzacchi. E del caso si sta occupando anche l’osservatorio che fa capo a Heidi Giuliani

 
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iard
view post Posted on 16/2/2010, 13:27     +1   -1




bah, io come tesi di laurea mi sto occupando di un processo del 1886 in cui è sotto accusa l' intero corpo della polizia di venezia dell' epoca, il risultato? tutti assolti......2010 secondo voi è cambiato qualcosa e cambierà qualcosa?


Mi spiace fare di tutta l' erba un fascio, ma quando vedo queste cose mi sale un odio indescrivibile
 
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view post Posted on 16/2/2010, 13:52     +1   -1
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si... e siamo 2, ma se posso chiedertelo.. di che vicenda in particolare?

Perchè su queste cose generalmente c'è un silenzio pauroso... e secondo me i casi noti sono la minoranza.
 
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iard
view post Posted on 16/2/2010, 14:09     +1   -1




riguardava tutto: sfruttamento della prostituzione, corruzione (dal prefetto fino in giù), casi di nonnismo, ubriachezzza sul posto di lavoro, arresti non proprio civili o con prove vere, ecc...

il silenzio c'è perchè se la coscienza delle persone si risvegliasse, lo stato dovrebbe cominciare a rendere conto di più cose
 
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view post Posted on 16/2/2010, 14:18     +1   -1
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e dare tante ma tante spiegazioni... :zizi:

no ti chiedevo perchè una volta leggevo un articolo che riguardava le "torture" perchè proprio di questo si tratta fatte nelle carceri.. e in pratica c'è tutta una situazione vergognosa e schifosa che viene perlopiù taciuta.
Come se chi è in carcere non fosse un uomo e quindi non merita un trattamento civile :(
 
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iard
view post Posted on 16/2/2010, 16:10     +1   -1




il carcere è nato perchè gli stronzi al potere potessero lavarsi la coscienza dopo che è stato abolito il boia e il supplizio. Di fatto a nessuno interessa del carcerato, a meno che tale carcerato non sia un personaggio importante, e il trattamento riservato varia da carcerato a carcerato
 
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59 replies since 11/7/2009, 21:21   716 views
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