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Rock multietnico in Afghanistan - Kabul Dreams

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view post Posted on 1/4/2010, 21:48     +1   -1
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sperando che non sia una trovata propagandistica per convincerci che a Kabul la vita sia normale, la notuzia sembrerebbe interessante:

da repubblica

CITAZIONE
Rock multietnico in Afghanistan.... la scommessa dei Kabul Dreams

Un uzbeko, un tagiko e un pashtun suonano indie rock e cantano in inglese sulle macerie dei palazzi bombardati a Kabul. Loro sono la prima rock band afgana, nata nel febbraio del 2009 e cresciuta tra guerre, trasferimenti all'estero e sogni. Uno di questi di chiama Kabul Dreams ed è il nome che i tre ragazzi hanno dato alla loro band per lanciare un appello al paese: "Vogliamo raccontare la voce e i sogni dei giovani afgani attraverso la nostra musica". Così, a ritmo di rock e indie rock, il cantante Sulieman Qardash, il bassista Siddique Ahmad e il batterista Mujtaba Habibi si sono fatti spazio in una cultura minata nella quale musiche come quelle suonate dai Kabul Dreams possono essere considerate ancora sconvenienti. E non solo. I tre, per parlare una sola lingua universalmente riconoscibile e per abbattere le barriere culturali ancora presenti nel loro paese, compongono e cantano in inglese. Altra scelta che li rende impopolari a tutta una vecchia guardia culturale ma grazie alla quale sono riusciti a ritagliarsi una nicchia nel panorama musicale internazionale.

Così prima arriva una partecipazione al festival di Nuova Delhi, poi un'intervista alla Bbc e lentamente il nome dei Kabul Dreams inizia a circolare più come metafora di liberazione che come nome di una rock band maschile. E che i tre afgani dai pantaloni skinny vivano ancora un certo isolamento dal punto di vista musicale lo confermano i numeri dei loro social network, diventati ormai cartine al tornasole per la scalata al successo di ogni realtà emergente che si rispetti. Su Facebook i loro fan sono fermi a circa 1500 e su MySpace i contatti sono solo 200 mentre Sound of Peace & Love, una delle canzoni più popolari del loro album (ancora in attesa di essere pubblicato), è stata ascoltata circa 3mila volte. Il tutto però in netta crescita grazie a un tam tam mediatico che sta portando i Kabul Dreams sulle pagine dei giornali internazionali. E anche la fortuna sui social network è destinata a migliorare.


Ma torniamo alla musica, quella suonata sulle macerie appunto, così come si vede nelle immagini promozionali che la band ha realizzato lo scorso gennaio. Difficile capire la provenienza dei tre ragazzi. Il look potrebbe essere lo stesso di una qualsiasi boy band europea o americana, così come il taglio di capelli, il gilet, le bretelle emo e gli occhialoni un po' hipster. La differenza la fanno quei giganteschi pezzi di cemento armato sui quali i Kabul Dreams poggiano le loro scarpe stringate a punta. E differenza c'è con il resto del panorama musicale giovanile. Basta ricordare che durante gli anni dei Taliban in Afghanistan erano bandite forme di apprendimento e fruizione musicale.

Ecco perché i tre ragazzi hanno lasciato il paese durante il governo talebano e hanno trascorso lunghi periodi a contatto con la cultura anglofona, soprattutto quella musicale. "Formare una band è sempre stato il sogno della mia vita - spiega Habibi nell'intervista alla Bbc - quando sono arrivato a Kabul e ho conosciuto gli altri ragazzi ho capito che tutti e tre avevamo lo stesso sogno". La loro musica è fatta di influenze brit-pop e di punk newyorkese senza dimenticare le radici della musica popolare afgana. Qualcuno si diverte a fare il gioco delle similitudini: Can you Fly potrebbe entrare nella set-list degli Strokes e Sound of Peace & Love fa pensare ai Coldplay.

Oggi le loro canzoni, che parlano di sogni, di cambiamenti e di amore, sono tra le più passate dalla radio indie locale. Ma fare rock in Afghanistan, parzialmente ancora sotto il controllo dei taliban, continua a essere non solo una scelta musicale. n
la scommessa dei Kabul Dreams

 
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