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ASSANGE E I DIRITTI INALIENABILI DELL'UOMO, discorso all'ambasciata ecuadoregna a Londra

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view post Posted on 22/8/2012, 10:04     +1   -1
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IN DISPERSIONE

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Situazione assurda, dove una demonarchia come l'u.k. sembrerebbe non aver nessun problema ad irrompere in un ambasciata straniera, violando quelli che sono tutte le più elementari norme sancite nei vari trattati internazionali.
Che tutta la notizia puzzi, lo conferma la notizia stessa, difficilmente ricordo accanimenti cosi feroci come quello in atto nei confronti di Assange. Negli anni abbiamo sentito di brigatisti e di trafficanti di droga e che mi possa ricordare, ben poche volte si è arrivato al punto in cui venga minacciato di assaltare un ambasciata. Secondo me, è proprio questo che rende la situazione surreale. Per quanto gravissimi i crimini imputati ad Assange (saranno veri??) non riesco a trovare un caso analogo, anzi mi viene più facile ricordare brigatisti e criminali nazisti sparsi (e difesi) un pò ovunque nel mondo.
Concludo sottolineando la pessima traduzione fatta da rainews e da sky.... bhà!?!?

grazie a Znet Italy per l'ottima traduzione ^_^

http://znetitaly.altervista.org/art/7191

QUOTE
Il discorso di Assange dall'ambasciata ecuadoregna

Sono qua (N.d.T.: inteso come fisicamente sul balcone dell’ambasciata)
con voi oggi perché non posso essere con voi laggiù.
Ma grazie per essere venuti.
Grazie del vostro impegno, della vostra generosità e del vostro spirito.

Mercoledì notte, dopo la minaccia portata a questa ambasciata, dopo
l’arrivo della polizia, siete giunti nel cuore della notte per
controllare, e avete portato con voi l’attenzione dei media mondiali.

Da dentro l’ambasciata ho sentito la polizia entrare nell’edificio
attraverso le scale antincendio interne.
Ma sapevo che ci sarebbero stati testimoni, e questo grazie a voi.

Se, la scorsa notte, il Regno Unito non ha gettato alle ortiche la
Convenzione di Vienna è solo perché il mondo lo stava osservando. E se
il mondo lo stava osservando è solo perché voi stavate osservando.

La prossima volta che qualcuno vi dirà che non ha senso difendere i
diritti a cui tenete tanto rammentategli la vostra veglia nell’oscurità
davanti all’ambasciata dell’Ecuador. Ricordate loro come il sole sia
sorto in un mondo diverso e come una coraggiosa nazione della
Latinoamerica si sia posta a difesa della giustizia.

E allora, davanti a queste persone coraggiose, ringrazio il presidente
Correa per la forza dimostrata nel valutare e nel concedermi asilo
politico. Ringrazio anche il governo, e in particolare il Ministro degli
Esteri, Ricardo Patino, che ha difeso la Costituzione Ecuadoregna ed il
suo concetto di cittadinanza universale nella valutazione della mia
richiesta.

Analogamente ringrazio il popolo ecuadoregno per il sostegno e la difesa
di questa Costituzione.
Ho anche un debito di gratitudine nei confronti del personale di questa
ambasciata, le cui famiglie vivono a Londra, e che mi ha offerto
ospitalità e gentilezza nonostante le minacce che noi tutti abbiamo
ricevuto.

Questo venerdì ci sarà una riunione di emergenza dei Ministri degli
Esteri della Latinoamerica a Washington.
Sono quindi grato ai popoli ed ai governi di Argentina, Bolivia,
Brasile, Cile, Colombia, El Salvador, Honduras, Mexico, Nicaragua, Peru,
Venezuela e tutti gli altri paesi Latinoamericani che si sono esposti
per difendere il diritto d’asilo.

Ringrazio anche coloro che negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Svezia
ed in Australia mi hanno sostenuto anche quando i governi erano contrari.
E coloro che, dentro a quegli stessi governi, hanno lottato per la
giustizia.
Arriverà il vostro momento.

Allo staff, ai sostenitori ed alle fonti di Wikileaks, va in egual
misura il mio ringraziamento.
Il loro coraggio, la loro dedizione e la loro fedeltà non hanno eguali.

Un grazie alla mia famiglia, ai miei figli a cui è stato negato il
diritto di avere un padre.
Perdonatemi.
Tornerò presto.

Wikileaks è sotto attacco tanto quanto lo è la libertà di espressione e
la salute civile delle nostre società.
Dobbiamo cogliere l’occasione che questo momento ci offre per valutare
la scelta fatta dal governo degli Stati Uniti d’America.

Faranno un passo indietro tornando ai valori rivoluzionari sui cui sono
stati fondati?
O si lanceranno dal precipizio, facendoci precipitare tutti in un mondo
pericoloso ed oppressivo nel quale i giornalisti restano silenziosi per
la paura di essere di essere perseguitati ed i cittadini sono costretti
a sussurrare nell’oscurità invece di parlare liberamente?

Dico che devono fare un passo indietro.

Chiedo al presidente Obama di fare la cosa giusta.

Gli Stati Uniti devono interrompere questa caccia alla streghe.

Gli Stati Uniti devono far cadere le indagini dell’FBI.

Gli Stati Uniti devono dichiarare che non continueranno a perseguitare i
membri del nostro gruppo o coloro che ci sostengono.

Gli Stati Uniti devono impegnarsi davanti al mondo nell’affermare che
non perseguiteranno i giornalisti che fanno luce sui crimini segreti dei
potenti.

Non ci devono più essere assurde discussioni sulla possibilità di
perseguitare qualunque organizzazione che diffonda informazioni, sia
essa Wikileaks od il New York Times.

La guerra dell’amministrazione USA contro i Whistleblowers deve cessare.

Thomas Drake, William Binney e John Kiriakou ed altri eroici
Whistleblowers devono essere liberati (ricevendo la grazia) e devono
essere compensati per le avversità che hanno subito come servitori dello
stato.

E il soldato semplice che rimane in una prigione militare di Fort
Leavenworth, Kansas, e che, secondo le Nazioni Unite ha sopportato mesi
di prigionia tremenda a Quantico, Virginia, e che dopo due anni ancora
non è stato processato, quest’uomo deve essere rilasciato.
Se Bradley Manning ha fatto ciò di cui è accusato allora è un eroe ed un
esempio per tutti oltre che uno dei più importanti prigionieri politici
al mondo.
Bradley Manning deve essere rilasciato.

Mercoledì Bradley Manning ha trascorso il 815esimo giorno di prigione
senza processo.
Il massimo legale è di 120 giorni.

Giovedì un mio amico, Nabeel Rajab presidente del Centro per i Diritti
Umani del Bahrain, è stato condannato a 3 anni per un tweet.

Venerdì un gruppo musicale russo (le Pussy Riot) è stato condannato a 2
anni di prigione per una rappresentazione di stampo politico.

Esiste coerenza nell’oppressione.

Deve esserci forte coerenza e determinazione nella risposta.

Grazie

Julian Assange
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Traduzione di Fabio Sallustro per www.znetitaly.org

 
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