Perché, prima o poi, la Dandini dovrà rassegnarsi a cedere le serate che Veltroni le ha regalato (senza per questo che Di Bella lasci la poltrona)Dal Blog di informazione politica
www.thefrontpage.it a cura di Fabrizio Rondolino e Claudio Velardi
"Mi dimetto. Se togliete Serena Dandini, lascio Raitre". Bum! E lasciala, verrebbe da dire, se l'unica cosa che sai fare è conservare le macerie. Antonio Di Bella avrebbe risposto così - "a muso duro", come chiosa entusiasta Repubblica - a Mauro Masi, il quale propone la riduzione di 'Parla con me' da quattro serate ad una sola.
La vera storia, però, è tutta un'altra: e conoscerla aiuterà a capire perché, prima o poi, la Dandini dovrà rassegnarsi a cedere le serate che Veltroni le ha regalato - senza per questo che Di Bella lasci la poltrona. Già, perché la storia di "Parla con me" è una storia emblematica, in cui il veltronismo reale si sposa perfettamente all'antico spirito democristiano di viale Mazzini - in barba alla qualità, al merito, agli ascolti, al buonsenso, alla decenza, ai quattrini.
Dunque: per anni Paolo Ruffini, direttore di Raitre in quota Ulivo, aveva cercato di chiudere il Tg3 di mezza sera - quello condotto quasi sempre da Mannoni, se vi ricordate - divenuto troppo lungo e ingombrante nel palinsesto. Per colpa di quel tg, le seconde serate di Raitre, un tempo note per il loro carattere innovativo e per la loro varietà, scivolavano sempre più tardi nella notte. Il Tg3, però, sotto l'eroica guida di Di Bella e con l'appoggio corporativo dell'Usigrai, resiste a Ruffini e ne vanifica i progetti.
È a questo punto che entra in scena Veltroni, in quei tempi - siamo nella primavera del 2008 - segretario del Partito democratico. Il 28 aprile 2008 accade un fatto clamoroso: Rutelli perde il ballottaggio, e Alemanno diventa sindaco di Roma. Il sistema di potere culturale costruito dal centrosinistra nella capitale è dunque virtualmente dissolto. Bisogna correre ai ripari - e che cosa c'è di meglio della Rai?
Fra le perle del sistema veltroniano spiccava, com'è noto, l'Ambra Jovinelli. Lo storico teatro di varietà della capitale era stato ristrutturato e riaperto nel gennaio del 2001 come teatro comico, sotto la direzione artistica, guarda un po', di Serena Dandini. Incassi pochi, sovvenzioni molte. Dal giugno 2009, infatti, l'Ambra Jovinelli è chiuso. Ma nel frattempo s'è aperto "Parla con me", prodotto, scritto, diretto e interpretato dalle stesse persone.
Il buon Ruffini, infatti, trovò nel suggerimento di Veltroni - caricare sul bilancio di viale Mazzini i comici di regime che Alemanno avrebbe licenziato - l'arma perfetta per sconfiggere le ultime resistenze del Tg3. E così infatti è stato: nell'ottobre del 2008 il palinsesto di Raitre subisce una piccola rivoluzione. Muoiono tutte le seconde serate - il vero fiore all'occhiello della rete -, la Dandini e la sua tribù occupano tutto il territorio (e tutto il budget), il Tg3 ottiene in cambio di cominciare a mezzanotte in punto e di avere più mezzi per Linea notte.
Tutti contenti, dunque? Nemmeno per sogno. I conti, infatti, non tornano: ora che il Tg3 se ne va in onda tranquillo a mezzanotte, e Veltroni non è più il capo, perché mai, si chiedono a Raitre, dobbiamo tenerci la Dandini? Avanti, c'è posto: la Rai è di tutti, o almeno di tutti quelli che possono chiedere. Se soltanto Masi lasciasse fare a Di Bella..